L’Emilia secondo me.
COLLABORAZIONE.
Questa storia affonda le sue radici nel lontano 1955 quando mio padre, Nicolino come tutti in paese erano soliti chiamarlo, aveva appena 12 anni e spesso, prima e dopo la scuola, lavorava nel bar di famiglia dove mia nonna ogni giorno sfornava paste per tutto il paese.
Concetta si chiamava, era una donna forte, tenace, una delle poche a lavorare all’epoca, amava preparare dolci e, col tempo, fece di questa passione il suo lavoro.
Non aveva studiato, né qualcuno le aveva mai insegnato cosa significasse preparare torte e biscotti, il suo era istinto e sperimentazione: non usava bilance perché lei pesava con gli occhi, le sue mani erano piccole ma forti e davano forma ai sogni golosi della gente.
Le sue creme fluide, i pan di spagna soffici e i biscotti friabili resero nel tempo il loro bar, il posto più frequentato della zona.
I due col tempo divennero amici e Francesco parlò ad Anna della grande passione di Concetta, dicendole che le veniva bene proprio tutto perché oltre alla tecnica la mia nonna nei dolci ci metteva sempre un ingrediente segreto: il cuore.
Una cosa però, nonostante le innumerevoli prove non sfiorava ancora la perfezione: la sfogliatella.
Anna ascoltò con interesse e poi gli disse “ Francesco, la prossima settimana manderò uno dei miei migliori pasticceri da Concetta così lei potrà imparare a fare le vere sfogliatelle napoletane”.
Fu così che la settimana dopo arrivò in paese questo dolciere e le insegnò l’arte della pasticceria napoletana: sfogliatelle, babà, pastiera, caprese e moltissimi altri dolci. In paese non si parlava d’altro!
Mia nonna per noi è sempre stato un grande esempio da emulare e la sua storia, quella di una donna che ha racchiuso in sé dolcezza ed emancipazione, madre presente e lavoratrice indefessa.
Ho pensato a lei quando ho letto la storia della famiglia Zaini in cui i personaggi chiave sono appunto due donne: da un lato Olga che negli anni ‘30 si trova a doversi occupare dell’azienda di suo marito Luigi Zaini venuto a mancare nel 1938, dall’altra Emilia la dolce balia dei figli di Olga.
Fu propio in onore di quest’ultima che il famoso cioccolato della famiglia Zaini fu chiamato appunto “Emilia”.
Il ricordo di questa storia che lega la mia famiglia alla cultura gastronomica partenopea ho preparato una rivisitazione della torta caprese, convinta del fatto che è proprio dalla mia nonna che ho ereditato la creatività in cucina.
I ricordi sono la ricchezza più grande dell’uomo e io voglio ricordarla così.
Ingredienti
- 160 gr farina di mandorle.
- 160 g zucchero a velo
- 160 g Burro
- 160 g cioccolato fondente Zaini
- 3 cucchiai di fecola di patate
- 2 cucchiai di cacao amaro Zaini
- 150gr albumi
- 90g di tuorli
- 4 g lievito per dolci
- 1/2 bicchiere di passito
- Sale fino 1 pizzico
- PER DECORARE
- cioccolato bianco Zaini
- cioccolato fondente Zaini
Istruzioni
Lavorare il burro ammorbidito in precedenza con lo zucchero a velo. Aggiungere i tuorli e amalgamare.
In una ciotola a parte unire le polveri: farina di mandorle, cacao, fecola, lievito. Grattugiare il coccolato fondente e unire anche questo agli ingredienti secchi.
Montare gli albumi a neve con un pizzico di sale.
Inglobare poco alla volta le polveri nella ciotola del burro e alla fine gli albumi mescolando dal basso verso l'alto. Aggiungere solo alla fine il passito e mescolare bene.
Versare il composto in una teglia precedentemente imburrata e spolverata con il cacao.
Far cuocere a 180° per circa 50 minuti e fare la prova dello stecchino per controllare la cottura.
Una volta fredda, grattugiate del cioccolato bianco e fondete del cioccolato a bagnomaria da versare sulla vostra torta caprese.